I dilemmi del Carbon Farming: se ne discute con i Giovani di Confagricoltura
Mantova, 21 maggio 2023. Tra i temi di ieri, seconda giornata del Food&Science Festival - manifestazione promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola -, non sono passati inosservati I dilemmi del carbon farming che hanno riempito, soprattutto di agricoltori curiosi, la Sala delle Lune e dei Nodi. Tra PAC (Politica Agricola Comune) e PSR (Programma di Sviluppo Rurale), Green Deal e strategie Farm to Fork, nel corso del panel a più voci curato da ANGA sono intervenuti Caterina Luppa, Vittorio Boneschi, Vitaliano Fiorillo, Alessandra Pesce e Luigi Saviolo.
“L’aumento di sostanza organica nei terreni avrà un ruolo sempre più importante nella valutazione del valore dei terreni agricoli e di conseguenza delle nostre aziende. Anche nelle fasi di valutazione del merito creditizio potrebbe avere ripercussioni positive sul rating aziendale” ha sostenuto il Presidente nazionale Giovani Confagricoltura Luigi Saviolo a proposito del carbon farming, metodo di sequestramento di carbonio dal suolo che, combinato a pratiche di agricoltura rigenerativa, impedisce che le emissioni raggiungano l’atmosfera. “Il successo del carbon farming dipenderà dal sistema di remunerazione. Sarà fondamentale capire le quotazioni che avranno i crediti, quali pratiche e progetti di carbon farming saranno prese in considerazione e quale sarà il confine tra le stesse e il PSR”.
“Tramite le pratiche di carbon farming si potrà incrementare la performance produttiva dei terreni e dell’azienda riducendone gli input. Allo stesso tempo, le azioni contribuiranno alla mitigazione dei cambiamenti climatici e a fornire servizi ecosistemici” ha continuato Caterina Luppa, membro del consiglio direttivo di ANGA. “Sarà fondamentale valutare insieme agli agricoltori ed agli esperti del settore quali pratiche inserire nei regolamenti di carbon farming affinché prendano in considerazione la variabilità degli areali produttivi e delle colture”.
A introdurre la conferenza a più voci è stata proprio Caterina Luppa, seguita dalla presentazione a cura di Vittorio Boneschi, responsabile del Business Development dell’azienda MyEasyFarm. Nata nel 2017, l’impresa segue uno standard nazionale francese grazie al quale ha potuto sviluppare l’applicazione MyEasyCarbon, uno strumento in grado di correlare i dati dell’agricoltura di precisione al carbon farming, permettendo di creare crediti di carbonio, dei certificati negoziabili che vengono scambiati per compensare emissioni equivalenti a una tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie a un progetto di tutela ambientale. Nello specifico, MyEasyCarbon consiste in un sistema di monitoraggio e simulazione per la verifica dei dati a partire da una base line, una fotografia di un’azienda agricola e il livello di emissioni del suolo, o stoccaggio, che consente di avviare un miglioramento dell’impresa stessa da un punto di vista economico e sostenibile.
A evidenziare l’importanza e la portata innovativa di questo strumento è stato anche Vitaliano Fiorillo, Lecturer di Operations and Technology presso SDA Bocconi School of Management, che ha fornito la prospettiva economica di un mercato attualmente in eccesso di domanda per i crediti di carbonio. Dalle considerazioni del relatore emerge quanto le aspettative sul carbon farming in agricoltura siano elevate, dal momento che questa metodologia potrebbe sequestrare almeno un terzo delle emissioni a livello globale, riflettendosi sull’intera filiera agricola. Infatti, grazie al carbon farming si rivela possibile neutralizzare il livello di carbonio dal suolo al prodotto finito. Sebbene, dunque, ci sia molta positività legata alle pratiche di carbon farming, dalle quali l’azienda agricola può trarre benefici economici a basso impatto ambientale, il professor Fiorillo ha aperto anche una finestra sulle criticità ancora legate a queste pratiche. Essendo necessari almeno 5 anni per introdurre un modello di agricoltura basato sul carbon farming, che tende a essere molto eterogeneo, esiste una difficoltà europea rispetto al sostegno degli investimenti e alla realizzazione di un’analisi sui crediti di carbonio.
Non manca neanche il racconto di quanto fatto dalla Commissione europea rispetto ai crediti di carbonio agricoli. A riprendere i quattro criteri (riassunti nell’acronimo QU.A.L.ITY: Quantificazione, Addizionalità, Stoccaggio a lungo termine e Sostenibilità) con cui l’Unione Europea ha stabilito una norma di qualità per la certificazione degli assorbimenti di carbonio è stata la direttrice del CREA - Politiche e Bioeconomia Alessandra Pesce, che ha anche raccontato in cosa consista il Registro dei crediti di carbonio tenuto dal CREA dalla modalità di iscrizione all’aggiornamento e controllo di crediti di generati e certificati.
Conclusioni con Luigi Saviolo, che ha riepilogato opportunità e criticità legate al carbon farming e sottolineato la possibilità di essere attori partecipativi della transizione ecologica grazie alla direzione tracciata dal Green Deal e dalla Farm to Fork e che vede nel carbon farming lo strumento per ammortizzare i costi di transizione verso un agricoltura più sostenibile.