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News e stampa

Approfondimenti  |  20 May 2023

Tecniche di miglioramento genetico, cambiamento climatico e produttività agricola: con Luigi Cattivelli, l’approfondimento dei Giovani di Confagricoltura

F&S©Indrit Halilaj (5).JPG

20 maggio 2023. Un incontro senza pregiudizi, strutturato a partire dai dubbi e dalle curiosità di imprenditori agricoli e consumatori, raccolti dal gruppo di lavoro dei Giovani di Confagricoltura. È in questo contesto, nell’ambito della settima edizione del Food&Science Festival - promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola - che si è svolto oggi l’incontro Pane al pane, vino al vino, a cura di ANGA, con il direttore del CREA Luigi Cattivelli ed Emma Cogrossi, membro di Comitato di Presidenza Giovani di Confagricoltura-ANGA per l’area Nord Italia. Al centro del dialogo, le Tecnologie di Evoluzione Assistita e il loro impatto sulla produzione agricola italiana.

Punto di partenza, il libro di recente uscita Pane nostro (Il Mulino, 2023), in cui la storia del frumento si intreccia con quella del miglioramento genetico raccontato attraverso esempi chiari e alla portata di chiunque. Uno su tutti: la colorazione della pasta, bianca al principio e poi modificata per esigenze di mercato fino ad ottenere il giallo a cui oggi siamo abituati. Ma oltre le leggi del marketing, quello che oggi impone cambiamenti nelle coltivazioni è il clima: “Sono i geni del grano, e il modo in cui interveniamo su di loro, a dare la possibilità di coltivarlo in zone come il Canada, quindi a temperature estremamente rigide, e all’Equatore, in condizioni diametralmente opposte”, spiega Cattivelli, che del libro è autore. Un’applicazione pratica viene dall’Argentina, dove sono state realizzate piante OGM pensate per avere una migliore resistenza alla siccità, e la cui resa in condizioni di stress idrico è stata infatti del 20% superiore a quella normale.

Ma gli interrogativi sono molti, soprattutto quando si parla di TEA, le Tecniche di Evoluzione Assistita: il loro utilizzo porterà una perdita della biodiversità? L’applicazione è sicura? I costi di filiera sono più elevati? “Innanzitutto, non vanno considerate tecnologie miracolistiche, ma strumenti in grado di aumentare la produttività agricola”. Come? Attraverso due modalità: indurre mutazioni in un preciso punto del DNA della pianta, il cosiddetto genome editing, o prendendo un gene da una varietà e spostandolo in un’altra della stessa specie, il cisgenesis. Procedimenti che, se applicati, potrebbero avere impatti determinanti in settori come quello della viticoltura, creando esemplari capaci di resistere alle frequenti malattie di cui le viti sono spesso oggetto.

Il rendimento migliore sarebbe così in grado di compensare i costi, ora distribuiti su tre livelli: quello della ricerca, fondamentale da sostenere come Paese per essere competitivi, quello della realizzazione della pianta e quello immediatamente successivo della sua iscrizione in registro, equiparato alle OGM e quindi molto elevato. “Non dobbiamo dimenticare – chiosa il direttore del CREA – che la scienza lavora all’interno di norme dettate dalla società, cercando di trovare risposte alle esigenze che la animano”.

Un momento di confronto estremamente partecipato, ricco di spunti di riflessioni e analisi costruttive, perfetto distillato dello spirito di dialogo, rigore scientifico e approfondimento che il Food&Science da sette anni rappresenta.