La conservazione delle sementi come “assicurazione per il futuro”. Al Food&Science Festival Asmund Asdal racconta il Global Seed Vault delle Isole Svalbard
La conservazione delle sementi come “assicurazione per il futuro”. Al Food&Science Festival Asmund Asdal racconta il Global Seed Vault delle Isole Svalbard
3 ottobre 2021. Si è aperta con l’incontro Lunga vita ai semi tenuto da Åsmund Asdal la terza giornata del Food&Science Festival, che chiude oggi il sipario sulla quinta edizione. Collegato in remoto, l’orticoltore ed ecologo norvegese impegnato in progetti di conservazione e uso delle risorse genetiche vegetali e la giornalista scientifica Elisabetta Tola hanno discusso le prospettive e le potenzialità delle “Seed Banks”, particolari banche genetiche di raccolta e conservazione dei semi. Lo scopo è la preservazione della varietà biologica, ma non solo: un altro importante utilizzo vede coinvolto il settore agricolo, in quanto le banche di semi di specie alimentari trovano utilità nell’eventualità di una catastrofe biologica che abbia come conseguenza la perdita di scorte di semi alimentari.
Il progetto trae ispirazione dall’impresa di Nikolaj Vavilov, genetista russo che all’inizio del Novecento raccolse più di 250 mila semi creando la prima banca di raccolta della storia. Da allora ne sono nate diverse, la più importante delle quali, oggi, è quella delle isole Svalbard, oggi “casa” di oltre 890 mila semi di 40000 specie diverse. La banca, nata da un progetto del Fondo Mondiale per la diversità delle colture, ha lanciato nel 2019 un esperimento per studiare la conservazione dei semi destinato a durare cento anni. “Possedere un patrimonio simile – ha spiegato Asdal – è come avere un’assicurazione per il futuro. Il pool di variabilità genetica presente nelle oltre 1.400 banche di sementi del mondo rappresenta la base per il futuro della scienza e della ricerca”. Un punto di partenza per il quale è indispensabile la collaborazione degli agricoltori per la raccolta di nuovi semi: “Nonostante le banche di oggi siano ricche – ha infatti proseguito l’ospite – è assolutamente necessario continuare a raccogliere specie per la diversità genetica. Gli scienziati fanno spedizioni di collezione verso nuovi habitat, ma spesso sono gli agricoltori a dichiarare di avere nuovo materiale genetico interessante”.
Tante le domande al termine dell’incontro, che hanno permesso di affrontare argomenti ampi e diversi come le conseguenze derivate dal cambiamento climatico e le strategie messe in campo all’interno delle Seed Banks per fronteggiarli. Un incontro interessante e partecipato, che ha permesso al pubblico del Festival di approfondire un tema fondamentale per l’agricoltura del presente e, soprattutto, del futuro, dimostrazione di come il Food&Science Festival rappresenti l’occasione ideale per lasciarsi coinvolgere dalla scienza sotto più punti di vista.
Il Festival è promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricola. Si avvale di Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero della Transizione Ecologica, Regione Lombardia, Comune di Mantova, Camera di Commercio di Mantova, Politecnico di Milano,Parco del Mincio, Confcommercio Mantova, Autorità europea per la sicurezza alimentare, Fondazione BPA Poggio Rusco come partner istituzionali; di Syngenta, Gruppo Tea, Esselunga, Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano e Consorzio Tutela Grana Padano come main partner; del sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana; di Unaitalia, Istituto Gelato Italiano, Purina, Gruppo Giancarlo Bianchini & c. S.n.c. e Chr. Hansencome sponsor; di De Simoni come sponsor tecnico; di Sky TG24 e Rai Radio3 come media partner.